Il Manifesto dell’Aeropittura





  Nelle velocità terrestri (cavallo, automobile, treno) le piante, le case ecc.. avventandosi contro di noi, girando rapidissime le vicine, meno rapide le lontane, formano una ruota dinamica nella cornice dell'orizzonte di montagne mare colline laghi, che si sposta anch'essa, ma cosi lentamente da sembrare ferma. Oltre questa cornice immobile esiste per l'occhio nostro anche la continuità orizzontale del piano su cui si corre.

Immagine a lato:

Fedele Azari, prospettive di volo






di  Rodolfo Lorenzini


“Con qualsiasi traiettoria metodo o condizione di volo, i frammenti panoramici sono ognuno la continuazione dell'altro, legati tutti da un misterioso e fatale bisogno di sovrapporre le loro forme e i loro colori, pur con¬servando fra loro una perfetta e prodigiosa armonia.”

“Nel 1908, F. T. Marinetti pubblicò l'Ae¬roplano del papa, prima esaltazione lirica in versi liberi del volo e delle prospettive aeree della nostra penisola dall'Etna a Ro¬ma, Milano, Trieste.

L'aeropoesia si sviluppò con Aeroplani di Paolo Buzzi Ponti sull'Oceano di Luciano Folgore e Caproni di Mario Carli.

Nel 1926, il pittore e aviatore futurista Azari crea la prima opera di aeropittura Prospettiva di volo, esposta nella Grande Sala futurista alla Biennale Veneziana.

Nel 1929, il pittore Gerardo Dottori or¬na l'Aeroporto di Ostia con una mirabile decorazione aviatoria futurista, impetuoso slan¬cio di aeroplani nel cielo di Roma con eli¬che fusoliere, ali trasfigurate sintetizzate e ri¬dotte a tipici elementi plastici.

Questa opera di Gerardo Dottori, già no¬tissimo per il suo grande Trittico della Ve¬locità, segna una data importante nella storia della nuova aeropittura.

Contemplando le pareti e il soffitto del¬l’Aeroporto di Ostia il pubblico e la critica si convincono che le tradizionali aquile di¬pinte, ben lungi dal glorificare l' aviazione, appaiono oggi come miserabili polli accanto al torrido splendore meccanico di un mo¬tore volante, che certo sdegna di arrostirli. La convivenza in carlinga col pittore Dot¬tori, intento a prendere appunti dall'alto, ha suscitato in un altro artista, Mino Somenzi, la concezione precisa dell' Aeropittura. Fra le molte idee esposte da me nella Gazzetta del Popolo del 22 settembre 1929, noto quella del superamento artistico del mare, ul¬timo grande ispiratore d'avanguardisti e no¬vatori ormai tutti in cielo.

Col quadro Prospettive di volo di Azari, le decorazioni dell'Aeroporto di Ostia del Dottori, le aeropitture del Tato, Marasco, Corona, Fillia, Oriani, entriamo nella bella sintesi astratta di una nuova grande arte.

Noi futuristi dichiariamo che
1 le prospettive mutevoli del volo costi¬tuiscono una realtà assolutamente nuova e che nulla ha di comune con la realtà tradizio¬nalmente costituita dalle prospettive terrestri;
1 gli elementi di questa nuova realtà non hanno nessun punto fermo e sono costruiti dalla stessa mobilità perenne;
3 il pittore non può osservare e dipingere che partecipando alla loro stessa velocità;
4 dipingere dall'alto questa nuova realtà impone un disprezzo profondo per il det¬taglio e una necessità di sintetizzare e tra¬sfigurare tutta;

Gerardo Dottori, trittico della velocità




5 tutte le parti del paesaggio appaiono al pittore in volo:
schiacciate,
artificiali,
provvisorie,
appena cadute dal cielo;
6 tutte le parti del paesaggio accentuano agli occhi del pittore in volo i loro carat¬teri di
folto,
sparso,
elegante,
grandioso.
7 ogni aeropittura contiene simultanea¬mente il doppio movimento dell'areoplano e della mano del pittore che muove matita pennello o diffusore;
8 il quadro o complesso plastico di aeropittura deve essere policentrico;
9 si giungerà presto a una nuova spiritualità plastica extra-terrestre.

Nelle velocità terrestri (cavallo, automobile, treno) le piante, le case ecc.. avventandosi contro di noi, girando rapidissime le vicine, meno rapide le lontane, formano una ruota dinamica nella cornice dell'orizzonte di montagne mare colline laghi, che si sposta anch'essa, ma cosi lentamente da sembrare ferma. Oltre questa cornice immobile esiste per l'occhio nostro anche la continuità orizzontale del piano su cui si corre.
Nelle velocità aeree invece mancano questa continuità e quella cornice panoramica. L'areoplano che plana si tuffa s'impenna, ecc., crea un'ideale osservatorio ipersensibile appeso dovunque nell'infinito, dinamizzato inoltre dalla coscienza stessa del moto, che muta il valore e il ritmo dei minuti e dei secondi di visione-sensazione. II tempo e lo spazio vengono polverizzati dalla fulminea constatazione che la terra corre velocissima sotto 1'aeroplano immobile.
Nella virata si chiudono le pieghe della visione-ventaglio (toni verdi + toni marroni + toni celesti diafani dell'atmosfera) per lanciarsi verticali contro la verticale formata dall'apparecchio e dalla terra. Questa visione-ventaglio si riapre in forma di X nella picchiata mantenendo come unica base l’icrocio dei due angoli.
Il decollare crea un inseguirsi di V allargatisi.
Il Colosseo visto a 3000 metri da un aviatore, che plana a spirale, muta di for¬ma e di dimensione ad ogni istante e in¬grossa successivamente tutte le facce del suo volume nel mostrarle.
In linea di volo, ad una quota qualsiasi, ma costante, se trascuriamo ciò che si vede sotto di noi, vediamo apparire davanti un panorama A che si allarga man mano pro¬porzionalmente alla nostra velocità, più oltre un piccolo panorama B che ingrandisce mentre sorvoliamo il panorama A, finchè scorgiamo un panorama C allargantesi man mano che scompaiono A lontanissimo e B ora sorvolato.

Osvaldo Peruzzi, battaglia aeronavale




Nelle virate il punto di vista è sempre sulla traiettoria dell'apparecchio, ma coincide successivamente con tutti i punti della curva compiuta, seguendo tutte le posizioni dell'ap¬parecchio stesso. In una virata a destra i frammenti panoramici diventano circolari e corrono verso sinistra, moltiplicandosi e strin¬gendosi, mentre diminuiscono di numero nello spaziarsi a destra, secondo la maggiore o minore Inclinazione dell'apparecchio.

Dopo aver studiato le prospettive aeree che si offrono di fronte all'aviatore, studiamo gli innumerevoli effetti laterali. Questi hanno tutti un movimento di rotazione. Casi l'ap¬parecchio si avanza come un'asta di ferro doppiamente dentata ingranandosi da una parte e dall'altra coi denti di due ruote che girano in senso opposto a quello dell'appa¬recchio, e i cui centri sono in tutti i punti dell'orizzonte.
Queste visioni rotanti si susseguono, si amalgamano, compenetrando la somma degli spettacoli frontali.
Noi futuristi dichiariamo che il principio delle prospettive aeree e conseguentemente il principio dell'Aeropittura, é un'incessante e graduata moltiplicazione di forme e colori con dei crescendo e diminuendo elasticissimi, che si intensificano o si spaziano partorendo nuove gradazioni di forme e colori.

Con qualsiasi traiettoria metodo o condizione di volo, i frammenti panoramici sono ognuno la continuazione dell'altro, legati tutti da un misterioso e fatale bisogno di sovrapporre le loro forme e i loro colori, pur con¬servando fra loro una perfetta e prodigiosa armonia.

Questa armonia è determinata dalla stessa continuità di volo.

Si delineano così i caratteri dominanti dell'Aeropittura che, mediante una libertà assoluta di fantasia e un ossessionante desi¬derio di abbracciare la molteplicità dinamica con la più indispensabile delle sintesi, fis¬serà l’immenso dramma visionario e sensibile del volo. Si avvicina il giorno in cui gli aeropittori futuristi realizzeranno 1'Aeroscul¬tura sognata dal grande Boccioni, armoniosa e significativa composizione di fumi colorati offerti al pennelli del tramonto e dell'au¬rora e di variopinti lunghi fasci di luce elettrica.”
I FUTURISTI - BALLA BENEDETTA DEPERO DOTTORI FILLIA MARINETTI . PRAMPOLINI SOMENZI TATO

Il manifesto, dunque, consta di tre parti: una introduzione, nella quale vengono esposti i presupposti artistici e letterari dell’aeropittura, cercando al contempo di individuare e di fissare storicamente - non senza inesattezze - i primi esperimenti; una seconda prettamente programmatica, costituita da nove punti in forma di dichiarazione solenne della nuova sensibilità aviatoria; e infine una terza, nella quale i punti precedenti vengono esplicitati e spiegati attraverso esempi pratici. Il primo articolo del manifesto dichiara che «le prospettive mutevoli del volo costituiscono una realtà assolutamente nuova e che nulla ha di comune con la realtà tradizionalmente costituita dalle prospettive terrestri».
Vale a dire, che nelle velocità aeree la percezione della realtà e delle cose che ci stanno intorno assume aspetti e valori diversi rispetto alla percezione nelle velocità terrestri, essendo caratterizzata la prima da una “mobilità perenne”: «l’aeroplano che plana si tuffa s’impenna, ecc., crea un ideale osservatorio ipersensibile appeso dovunque nell’infinito, dinamizzato inoltre dalla coscienza stessa del moto che muta il valore e il ritmo dei minuti e dei secondi di visione-sensazione. Il tempo e lo spazio vengono polverizzati dalla fulminea constatazione che la terra corre velocissima sotto l’aeroplano immobile».
L’esperienza aviatoria costituisce, secondo il manifesto, un «immenso dramma visionario e sensibile». I punti di vista prospettici si moltiplicano a seconda delle manovre dell’aereo, sintetizzandosi nella percezione simultanea del pilota: in linea di volo a quota costante si succede una serie distinta di panorami che sembra muoversi e allargarsi verso il pilota; nelle virate il punto di vista segue tutte le posizioni dell’apparecchio; gli effetti laterali, invece, hanno un movimento di rotazione. Ma l’aspetto forse più interessante è il plasmarsi (anzi, il riplasmarsi) della realtà terrestre sotto gli occhi del pilota in volo. Veduti da una certa altezza, i campi arati, i prati, i colli e i villaggi si mutano in una serie di figure geometriche contigue. Un significativo campione viene offerto dal monumento più caratteristico della capitale: «il Colosseo visto a 3000 metri da un aviatore, che plana a spirale, muta di forma e di dimensione ad ogni istante e ingrossa successivamente tutte le facce del suo volume nel mostrarle».
Secondo Marinetti, l’aeropittura cambiava radicalmente il panorama, distruggendo quello «turistico-letterario e romantico» e quello dei pittori italiani del Tre-Quattrocento, che sembravano dovere oramai essere eterni. È l’aeroplano, in definitiva, ad operare «la rivoluzione profonda del paesaggio».
Infine, vale la pena di sottolineare come le migliori esperienze artistiche del futurismo, debbano molto non soltanto all’aviazione sportiva, ma anche all’Aeronautica Militare. Essa esercitò innanzi tutto il ruolo di Musa della rinnovata sensibilità artistica, costituendo una fonte d’ispirazione continua, con tutte le operazioni in cui i suoi piloti si trovarono coinvolti - dalle trasvolate sino ai bombardamenti in Africa Orientale e ai combattimenti aerei della seconda guerra mondiale – ma anche con i sistematici progressi tecnologici ai quali le esigenze dei trasvolatori obbligavano di volta in volta gli ingegneri.
Nondimeno, essa svolse anche una fondamentale funzione di mecenatismo in qualità di committente ufficiale di molte tra le opere degli aeropittori. Fu infatti il ministro dell’Aeronautica Italo Balbo a sostenere attivamente e appassionatamente il lavoro dei più validi artisti gravitanti nell’empireo marinettiano, affidando loro incarichi di grande rilievo e decorosamente pagati. E fu indiscutibilmente la Regia Aeronautica – al di là dell’entusiasmo generalizzato per il volo e per le “macchine volanti” – ad imporre il tema aviatorio nel gusto artistico e nel mercato dell’arte italiana.