Anno 3 - N. 9 / 2004


IN MEMORIA DI GIORGIO CALLEGARI

SAO PAULO 26 DICEMBRE 2003

“Un mondo differente è possibile!”

di g.c.m.




A un anno dalla scomparsa
Giorgio Callegari, Sacerdote, Domenicano, Veneziano, giornalista, da 40 anni in Brasile, è morto nel sonno dopo la messa di Natale.
Nel Convento dei Domenicani a San Paolo, con i canti e le preghiere della speranza nella calda notte brasiliana anche Frei Giorgio aveva festeggiato la nascita del Bambino di Betlemme, il più grande tra tutti i piccoli di cui si è fatto carico nei suoi 40 anni d’azione e di lotta per i più poveri nella terra dell’America Latina e del Brasile.
Quella di Frei Giorgio è stata un’esistenza agitata e inquieta! Incarcerato e torturato durante il periodo della dittatura militare si è sottoposto, come scrive Frei Betto nel suo libro, “al Battesimo di sangue” ricevendone il diritto di cittadinanza tra i poveri e i diseredati del mondo.
Dopo i centri di alfabetizzazione che, esule, aveva organizzato in Perù e Nicaragua, tornato in Brasile aveva realizzato cinque Centri per la gioventù nelle favelas di San Paolo; il bellissimo “Recanto Colonia Venezia” e la sua scuola famiglia agroecologica di Peruibe nella valle del Ribeira con il suo progetto di sostegno ai Quilombos, i discendenti degli schiavi neri del Brasile fuggiti nella foresta; la nuova scuola professionalizzante, ancora in costruzione, per dare un mestiere ai suoi bambini che diventano adulti; non ultimo il periodico “Revés do avesso” dalle cui pagine denunciava instancabilmente le violenze e gli abusi di un sistema oppressivo ed egoista.
Il gravissimo tumore al cervello che si era fatto evidente nell’aprile del 2003 lo ha rallentato, infiacchito, ma non lo ha fermato: fino a Natale ha continuato ad indicare a chi lo ha sostenuto in questi anni cosa si doveva fare per garantire ai suoi 1500 bambini nelle favelas e di Peruibe una vita libera e dignitosa; allontanando la fame, dando formazione, proponendo il bello come uno dei diritti irrinunciabili dei poveri.
Nel cimitero un anziano confratello, che è stato varie volte superiore di Frei Giorgio, ha detto queste parole: “Frei Giorgio, nella tua vita tu ci hai importunato molto! Hai importunato i tuoi confratelli, i superiori dell’Ordine, le autorità della Chiesa, hai importunato le autorità civili, i responsabili di questa società, di questo ‘ordine costituito’ che continua a produrre esclusione, oppressione, povertà e morte per il nostro popolo, per i popoli della terra. Tu non hai mai accettato quest’ordine costituito e non hai mai desistito dalla lotta per la costruzione di un mondo più giusto, più umano. Non hai mai smesso di sperare e di annunciare profeticamente che, come sempre dicevi, “un mondo differente è possibile!”. Non hai mai smesso di sognare e di annunciare profeticamente, con la tua stessa vita, una Chiesa meno ‘allineata’ con quest’ordine costituito, una Chiesa più fedele a Cristo, Verbo di Dio incarnato, che è venuto a ‘piantare la sua tenda’ tra di noi, si è fatto nostro fratello, è venuto a condividere le nostre miserie, la nostra sofferenza, i nostri sogni, le nostre allegrie!”.