Anno 4 - N. 11/ 2005


28 dicembre 1895 data del primo filmato presentato al pubblico

La nascita del Cinematografo

i precursori della cinematografia avevano puntato decisamente verso il lato scientifico ma a comprendere le potenzialità commerciali e di divertimento furono i fratelli Lumière, indicati a pieno titolo, anche da questo punto di vista, come gli inventori del cinema moderno

di Emanuela Scalpellini



L'apparecchio cinematografico Lumière n. 1 utilizzato per la prima proiezione a pagamento a Parigi


Sono trascorsi ormai centodieci anni da quando, il 28 dicembre 1895, i fratelli Lumière presentarono al pubblico parigino il primo filmato cinematografico, La Sortie des usines Lumière.
Come gli altri filmati proiettati successivamente a pagamento, questo primo prodotto non aveva certo velleità estetiche, limitandosi a filmare momenti di vita quotidiana e in particolare l’uscita degli operai dalla fabbrica.
Lo scopo era quello di mostrare agli spettatori le straordinarie possibilità tecniche del nuovo strumento, la sua capacità di documentare la realtà e la vita di tutti i giorni.
Scopo raggiunto perfettamente, poiché fin dal suo primo apparire il cinematografo ottenne un enorme successo di pubblico.
La creazione di questi primi filmati non fu certo dovuta al caso.
La famiglia Lumière da decenni studiava gli sviluppi dell’arte fotografica. Il padre, Antoine, era un pittore e un fotografo originario di Haute-Saône che, dopo un apprendistato a Parigi come ritrattista, si trasferì a Besançon e poi a Lione, dove iniziò la sua ascesa sociale e industriale. Il suo studio su Rue de la Barre divenne presto un posto alla moda e i figli Auguste e Louis parteciparono fin da ragazzi all’attività paterna. Louis, in particolare, risultò molto dotato e a soli 17 anni inventò un nuovo metodo per lo sviluppo di fotografie istantanee.
Per trarre frutto dall’innovazione, il padre Antoine costruì nel 1884 una grande fabbrica per la produzione di materiale fotografico, la “Antoine Lumière et ses fils” (più tardi “Société Lumière”), all’epoca la più grande d’Europa. L’anno seguente Louis brevettò uno speciale apparecchio per la riproduzione di immagini in movimento, il “Cinématographe Lumière”.
Era l’inizio di un grande sviluppo, che si arrestò parzialmente solo nei primi anni del Novecento, quando i Lumière dovettero cedere i diritti delle loro invenzioni ad una società cinematografica concorrente, la Pathé Frères.
Se la storia ha incoronato i fratelli Lumière come gli inventori della cinematografia, certo l’innovazione fu il frutto di lunghe ricerche e numerose sperimentazioni, dovute a molti studiosi, al punto che c’è da domandarsi se il merito non vada spartito anche fra altri. Per cominciare, le produzioni cinematografiche sono state rese possibili dall’abbinamento di tre diverse applicazioni: la riproduzione di un’immagine fissa (consentita dalla camera oscura, i cui principi erano noti da secoli), la fissazione dell’immagine (attraverso la fotografia, che pure ha avuto numerosi precursori) e infine la proiezione in rapida sequenza di tali immagini per creare l’illusione dell’animazione.

I primi brevetti relativi alla “cronofotografia” risalgono alla seconda metà dell’Ottocento. Il francese Louis Ducos du Hauron, ad esempio, mise a punto un processo per la realizzazione di fotografie a colori e nel 1864 brevettò un apparecchio per proiettare immagini in movimento.
Passi successivi furono compiuti nel 1877 da Eadweard Muybridge, che riprodusse il movimento di un cavallo al trotto, fotografandolo in sequenza durante la sua corsa; e nel 1874 da Pierre Jules César Janssen, un astronomo che catturò i movimenti di Venere con un apparecchio battezzato “revolver fotografico”.
Ma fu il francese Ètienne-Jules Marey (1830-1904) ad ottenere forse i risultati migliori. I suoi studi erano indirizzati alla possibilità di registrare graficamente i fenomeni fisiologici: egli era particolarmente interessato allo studio dei movimenti degli uomini e degli animali (in particolare del volo degli uccelli), che considerava alla stregua di “macchine animate”, e riteneva che il nuovo strumento cinematografico potesse fornire un importante ausilio.
La cinematografia poteva supplire alla limitatezza delle percezioni umane e aprire nuovi orizzonti allo studio scientifico.
Per dare concretezza ai suoi propositi, egli realizzò nel 1882 un “fucile fotografico”, che era in grado di scattare 12 fotogrammi in rapida successione. I fotogrammi erano poi montati su di un supporto circolare rotante, per creare l’effetto del movimento, dotato di una fessura per consentire l’osservazione (il “cinescopio di Marey”). Successivamente il fisiologo migliorò il suo apparecchio, grazie all’utilizzo di pellicole di carta, arrivando a scattare prima 40, poi centinaia di immagini al secondo.
Marey fu dunque un importante antesignano della cinematografia e il primo scienziato ad utilizzarla per scopi prettamente scientifici. Non è un caso che un suo amico, Felix-Louis Regnault, sia stato l’iniziatore del cinema di tipo etnografico: in questo caso l’interesse si spostò sugli aspetti sociali della vita umana. Regnault riprese momenti della vita d’ogni giorno di alcune popolazioni africane e soprattutto i differenti tipi di locomozione in uso presso vari gruppi tribali. Il cinema aveva per lui una funzione di tipo documentario. Fece grande scalpore la presentazione all’Esposizione etnografica sull’Africa occidentale, inaugurata a Parigi nel 1895 (sei mesi prima delle proiezioni dei Lumière), di un suo documento di “cronofotografia”. In esso si mostrava una donna Wolof intenta alla fabbricazione di vasi secondo gli usi locali.

Marey, Regnault e gli altri precursori erano propugnatori di una cinematografia a scopo scientifico, che fosse di ausilio alle scienze sperimentali; non erano interessati alle implicazioni commerciali della loro scoperte.
Qui forse risiede la vera differenza con i fratelli Lumière: essi compresero invece subito le enormi potenzialità commerciali del nuovo strumento e si affrettarono a sfruttarle costruendo una fabbrica apposita e presentando i loro filmati nel cuore di Parigi.
La cinematografia delle origini aveva puntato decisamente verso il lato scientifico; ma già agli inizi del Novecento il lato commerciale e di divertimento aveva preso il sopravvento.
E i fratelli Lumière furono indicati a pieno titolo, anche da questo punto di vista, come gli inventori del cinema moderno.