Anno 6 - N. 16/ 2007


MERIDIANA

ovvero il tempo calcolato attraverso il sole e le sue ombre

di Rosanna Veronesi



Il Duomo di Milano


Il giorno e la notte; il senso del tempo che scorre attraverso l’alternarsi delle stagioni, dove tutto muore e straordinariamente rinasce; così come noi lo vediamo e così come i nostri avi avevano già osservato.
Intorno a queste ovvie osservazioni partono i primi tentativi di misura del tempo, in cui semina e raccolta devono svolgersi nel modo ottimale e, come sempre, il percorso storico parte dall’Oriente, percorre il Mediterraneo, si perfeziona in Grecia e successivamente approda a Roma.
Gli antichi greci la chiamarono “pelekinon” ed aveva lo gnomone posto verticalmente sul piano orizzontale o semisferico; la sua ombra descriveva una curva iperbolica sulla superficie piatta; circolare su quella semisfera. Sulla superficie erano tracciate le linee che indicavano l’ora esatta in ogni periodo dell’anno.

Augusto pone in Campo Marzio l’obelisco che funge da gnomone, alto 37 metri con lo scopo di leggerne l’ombra (è lo stesso che si trova oggi in piazza a Montecitorio).

La meridiana si adatta ad una particolare latitudine, lo gnomone è piegato parallelamente all’asse di rotazione terrestre (con i punti verso il polo nord per l’emisfero boreale e verso il polo sud per l’emisfero australe). Il quadrante può essere ruotato attorno allo gnomone per un massimo di 7,5° verso est o ovest con lo scopo di correggere perfettamente il tempo standard locale. Per correggere l’ora legale il quadrante dovrà essere dotato di una seconda serie di numeri, oppure avere una tabella di conversione specifica per la latitudine. Alcune meridiane sono in grado di indicare anche il periodo dell’anno attraverso la posizione in cui cade l’ombra di un particolare punto dello gnomone detto “nodo” e lo stesso potrà assumere l’aspetto di una sfera o mirino o semplicemente avere l’estremità libera dello stilo.

Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e l’invasione dei barbari, la meridiana perde il suo fascino e conosce tempi oscuri, poi, dopo alcuni secoli e le definizioni religiose, le meridiane iniziano a comparire sulle pareti delle costruzioni.

Intorno all’anno Mille e per diversi secoli, in Italia si utilizzeranno meridiane orizzontali ricavate dalle volte delle cattedrali.

Di particolare interesse è quella ideata dall’astronomo Cassini, nel 1655, posta in San Petronio a Bologna.

Esempi rilevanti andranno a decorare, ma non solo, gli antichi Conventi, le Chiese, i Palazzi, le Piazze; ossia ogni luogo, in cui il sole, forza naturale, potrà dar vita ai meravigliosi quadranti solari, fondendosi per divenire parte integrante del decoro architettonico.
La forma più semplice di meridiana è data da un disco coassiale (sul quale sono indicati dei segni che rappresentano le ore) parallelo con l’equatore, con una barra collocata parallelamente all’asse terrestre. Il mezzogiorno è solitamente indicato nella parte più bassa del disco, con le sei rivolte a ovest e le diciotto a est. Durante l’estate la parte nord è illuminata, mentre durante l’inverno si illuminerà la parte sud; così come il nodo che in estate si troverà all’estremità nord dello gnomone e in inverno sarà sul lato opposto.

Isaac Newton collocò uno specchio sul davanzale della sua finestra, dipinse un quadrante simile a quello greco già citato “pelekinon” sul soffitto e sulle pareti. Lo specchio riflettendo il punto luminoso assunse il ruolo di gnomone; in tale modo Newton stabilì che era possibile realizzare uno strumento accurato e facilmente correggibile con materiale minimo e in qualunque spazio.

La meridiana può assumere la funzione di calendario se sulla stessa verranno disegnati alcuni cerchi concentrici. Tale sottolineatura servirà ad evidenziare la posizione del nodo di ciascun giorno.

L’uso dello stilo parallelo all’Asse Terrestre (non più perpendicolare alla parete) fa nascere nel XIII sec. nei Paesi Islamici, l’orologio “Asse Polare” che indica le Ore Equinoziali; tale uso verrà tramandato fino al XIX secolo.

Esistono meridiane a forma di 8 (analemma): tale caratterizzazione corrisponde alla rappresentazione dell’equazione del tempo e l’ora è letta nel punto in cui l’ombra del nodo dello gnomone cade sulla curva analemmatica; lo scopo è quello di compensare automaticamente l’eccentricità dell’orbita terrestre.


LE MERIDIANE POSSONO CLASSIFICARSI:

Elevazione - quando la funzione di meridiana veniva svolta da un astrolabio per la navigazione e l’astronomia. Il modello primario era costituito da un anellino; il tutto trattenuto dalla mano in modo da penzolare verticalmente; un foro nell’anello proiettava il punto luminoso all’interno dove la scala indicava l’ora.

Equatoriali con quadrante a coppa - sopra la quale sono posti una barra e il filo teso in parallelo all’asse terrestre affinché ne costituisca lo gnomone. La scala è tracciata per formare un semicerchio all’interno della coppa.

Calcolatrici - in quanto possono elaborare e mostrare direttamente il tempo standard. Sul quadrante gli intervalli orari sono tracciati con angoli identici a cui si sovrappone una maschera in forma di cuore; tale figura esprime la formula di corrispondenza tra i differenti angoli orari della meridiana convenzionale e gli angoli orari dell’orologio classico. L’ora viene letta sul quadrante sottostante quando l’ombra dello gnomone incontrerà la curva cardioide.

Digitali - quando si sfruttano ombre e luci per mostrare l’ora in forma di cifre o parole. Tale sistema è impiegato affacciando due maschere parallele con fori accoppiati e allineati; tali accoppiamenti consentiranno il passaggio dei raggi luminosi in precisi periodi del giorno.

Alcuni esempi di meridiane di rara precisione e di dimensioni colossali sono state collocate in India per volere del califfo Mogul e in sintonia con il calendario islamico.

Le meridiane occidentali tradizionalmente venivano poste in numero di quattro sul tetto o sulle pareti perimetrali delle torri, in modo da determinare l’indicazione dell’ora durante tutto l’anno; in altri casi e particolarmente nelle vecchie case rurali veniva inciso nel pavimento un semplice segno la cui funzione era quella di catturare l’istante del mezzogiorno, ossia, quando l’ombra lo attraversava con esattezza.

Altri esempi considerevoli (anche se in questo caso non si parla di costruzioni povere e rurali) sono posti nel Duomo di Milano: la striscia di ottone, incassata nel pavimento viene illuminata a mezzogiorno (solare) attraverso un foro posto nel soffitto; nel Museo di Capodimonte e in di San Petronio a Bologna.

Esempi di rara bellezza sono stati collocati in ogni luogo, ma è sempre utile ricordare che per confermare l’unicità e il prestigio di ogni meridiana sul quadrante deve essere inciso il proprio, unico, differente, originale motto.