Anno 8 - N. 22/ 2009


Alma Schindler Mahler traccia una linea di demarcazione tra il romanticismo ed il modernismo

ALMA MAHLER: ALMA MATER

Nel quotidiano terreno della sua esistenza ravvivata da una cospicua corte di amicizie, i luttuosi affanni, innanzitutto le perdite di suoi figli, non scalfiscono più di tanto il suo karma, quello di sentirsi e di costruirsi Donna libera, con decisioni autonome e comportamenti insindacabili.

di Pierfranco Vitale



Alma Mahler (Vienna, 1879 - New York, 1964)


Alma Mahler - Alma Mater: l'allitterazione conduce al titolo di una antologia quale libro di testo adottato obbligatoriamente per gli studi classici nei primi decenni del secolo scorso, ponendo contestualmente il personaggio Alma Mahler nel piano inclinato di un'attenzione che va oltre il suo vissuto, variegato, sia per lo spessore artistico espresso sia per la doviziosa messe di unioni legalizzate e no intercorse con personaggi elitari emersi nella sua epoca.

La cerniera unisce, al di là delle celebrazioni di sposalizi convenzionali tra maschi e femmine, la sublime realtà delle arti in consonanza con l'intimo privato di sentimenti ed emozioni insiti nello spirito altrettanto sublime della donna elevata a dea dell'amore e a simbolo della passionalità avvolta dalla poesia.

Di Alma Maria Schindler omettiamo volutamente la data di nascita. Non si ritiene importante riportare giorno, mese ed anno, una notazione anagrafica di cui, tuttavia, non è possibile negare l'importanza, nutrendo rispetto, almeno per ora, delle funzioni amministrative della convenzione della società planetaria.

Non incidentalmente appare legittimo associare il cognome di Alma nata Schindler al capolavoro espresso dall'arte cinematografica "Schindler's List", inquietante testimonianza dell'aberrante tragedia abbattutasi su esseri umani, rei di professare un credo religioso 'diverso'.
Cosa sia la diversità rimarrà un mistero.

Per temperare il ricordo ossessivo della Shoah, da non dimenticare, non si può fare a meno di richiamare l'attenzione sull'eccellenza di un altro referente, se pur estemporaneo, con la suggestione del nome di 'Alma': Wolfgang Amadé Mozart - Aria per soprano e orchestra K 578 composta a Vienna nel settembre del 1789:


"Alma grande, nobil core"

Alma grande e nobil core
Le tue pari ognor disprezza
Sono dama al fasto avvezza
E so farmi rispettar

Va, favella a quell'ingrato
Gli dirai che fida io sono
Ma non merita perdono
Sì, mi voglio vendicar
Aria inserita ne "I due Baroni di Rocca Azzurra", intermezzo di Domenico Cimarosa su libretto di Giuseppe Palomba. Uno scambio di normali ricorrenti cortesie invalso tra i compositori nel secolo dei Lumi in quel tempio della musica rappresentato dal mitico Burgtheater di Vienna.
Oh, Vienna, Vienna!
L'intermezzo calato in un consorzio musicale si avvale della filiera Mozart, Cimarosa, Palomba, un cocktail di sapida napolitanità ambrata da un'allegra, maliziosa spolverata di divertimento, tipico in una capitale mitteleuropea già addensata di frutti artistici proiettati nel futuro, oggi nostro passato prossimo.
Sincrono, il consorzio Alma Schindler si avvale della filiera Mahler, Gropius e Werfel con un Kokoschka non ufficiale consorte per l'anagrafe amministrativa ma titolato nell'organico amatoriale di Alma, impreziosito da Hugo von Hofmannsthal, Gustav Klimt e Max Burckhard, casto pigmalione della piccola viennese dagli occhi magnetici.
Per l'ardente (ci risulta) Kokoschka si vuole sottolineare, con personale civetteria, il suo grande atto di amore per Amadé, talché, in occasione di un Flauto Magico sublimato dai Wiener Philharmoniker, con Georg Solti sul podio, il Signor Oskar coi suoi gentili pastelli ha 'figurato' il capolavoro di Mozart.
Il magnetismo di Alma, in armonia con il suo respiro, trova in Helene Berg, figlia dell'Imperatore Francesco Giuseppe e di una giovanissima suddita incontrata nella magia mattutina di Schönbrunn, l'afflato di una amicizia condivisa anche col coniuge Alban, auspice Arnold Schönberg: la Dodecafonia…
Appare minuscola oggi l'amata Austria, decapitata alla fine del suo millennio anche della testa del Sacro Romano Impero, che ha preservato, tuttavia, il fascino dalla Vindobona romana al fasto della Mitteleuropa. Intercettata da nuvole di menti creative, felici, dolenti, inquiete, Alma ama la musica e in essa la scultura, la pittura, la poesia.
A compiutezza del pensiero di Alma e della sua esistenza percorsa dalla realtà di essere stata, come Madre Courage, la donna che ha violentemente strappato le vesti del conformismo, le si riconosce un primato con la denuncia del sopruso di un sesso verso l'altro. La Storia le darà ragione.
Sulla rivista 'Amadeus Speciale' anno Vlll° numero 5 dicembre 1998 Patrizia Luppi ha cesellato la figura di Alma Schindler Mahler Gropius Werfel ed avvertiamo l'implicito invito a togliere dallo scaffale della biblioteca l'autobiografia di Alma annotando dallo scheletrico indice dei nomi, quanto or non emerso, l'inesauribile ricchezza di cultura già d'allora manifesta e tuttora presente delle geniali personalità che ricordiamo: Ferdinand Bloch-Bauer Bertold Brecht Marc Chagall Albert Einstein Bruno Walter Franz Kafka Heinrik Ibsen James Joyce Heinrich e Thomas Mann Eduard Munch Edgar Allan Poe Max Reger Arturo Toscanini Anton Webern Erich Maria Remarque Rainer Maria Rilke Friedrich Rüchert Bedrich Smetana Kurt Weill
Alma Mahler Werfel Autobiografia (Mein Leben) Editori Riuniti 1985.
Alma (Almschi) nasce in un periodo storicamente fondamentale per la proliferazione di quelle gemme che si schiuderanno nella fioritura di un mondo in trasformazione dove antiche credenze, tradizioni, usi, costumi lasceranno spazio alla produzione di beni di consumo, in chiave di sviluppo industriale nei paesi che si sono attrezzati in tal senso.
Anche il Pensiero filosofico cederà il passo alle analisi ed alle relative applicazioni socio-politico in nome della impresa liberista e specularmente al materialismo storico, diretta conseguenza dei nuovi rapporti di domanda ed offerta del mondo del lavoro.
Alma Schindler Mahler traccia una linea di demarcazione tra il romanticismo ed il modernismo. Un confine sinuoso e frammentato disegnato da una mano in apparenza non proprio consapevole ma decisa, nel limitato ámbito territoriale della Mitteleuropa, comunque egemone sui restanti territori del pianeta.
Alma si coniuga con la Musica sposando Gustav Mahler, continua a vivere per l'Architettura andando a nozze con Walter Gropius, vuol porre in essere sé stessa nella Letteratura, nella Poesia con una definitiva celebrazione matrimoniale con Franz Werfel.
Il rapporto con la Pittura con Oskar Kokoschka chiuderà il cerchio del suo simbolismo senza ufficializzazioni, abbandonandosi ad un intenso legame mai provato biblicamente con le altre unioni, col vivace pittore della 'Sposa del vento'. È così forte la passione di Oskar per Alma che l'effigia artificiosamente creando una bambola 'da casa'.
Nel quotidiano terreno della sua esistenza ravvivata da una cospicua corte di amicizie, i luttuosi affanni, innanzitutto le perdite di suoi figli, non scalfiscono più di tanto il suo karma, quello di sentirsi e di costruirsi Donna libera, con decisioni autonome e comportamenti insindacabili.
Dal 1938 la croce uncinata travolge la 'Felix Austria' e per Alma si apre il periodo del forzato peregrinare (mai dirà esilio) tra stenti, umiliazioni, prospettive senza prospettive, andirivieni tra meschine manovre per la sopravvivenza e incontri, tra i Pirenei franco-ispani, i più sgradevoli, con le discutibili (eufemismo) feluche diplomatiche.
Il segreto, sveliamolo senza ulteriori indugi, è nello sguardo. Gli occhi di Alma appartengono non solo alla più bella ragazza di Vienna, gli occhi suoi sono l'arma vincente nelle situazioni critiche, per cui, parlare di 'sguardo' è riduttivo: quegli occhi invitanti come la drosera catturano l'interlocutore e lo piegano senza che se ne renda conto. È in trance.
Alma vede ed è ago e filo a cucire cielo e mare nell'azzurro del pianeta. Scrutano profondi, gli occhi di Alma, e si impossessano dell'ascesa di Maria al regno di Dio contemporaneamente alla spumeggiante nascita dal mare di Venere ciprigna.
Nella consapevolezza del suo tempo, sente il battito della vita di Rosa Luxemburg, di Maria ne 'per chi suona la campana, di Renata Viganò ne 'L'Agnese va a morire' pel contraltare di Claretta Petacci e di Eva Braun, di Eleonara Duse e di Eva Curie, di Evita Peron, di Guglielmina d'Olanda, della Pasionaria, di Mafalda di Savoja, di Anna Franck: un rappresentativo manipolo di donne circondate dalla corona di madri di tutte le etnie nel mondo, con identiche mute lagrime sulle assurde ottusità maschili, in attesa che il nostro e frustro motto 'l'omo x'è omo' (Nord) e 'l'omme è semp’ omme' (Sud) un giorno possa sciogliersi come neve al Sole.