Anno 10 - N. 28/ 2011


Il caffè delle Muse

Maura Pizzorno

di Francesco Piscitello



Maura Pizzorno


Maura Pizzorno è di quelle donne che sarebbero elegantissime anche se vestite di stracci. L’eleganza, in lei, è una categoria dell’animo, del pensiero, della mente. Un tratto della sua persona che non cessa di essere presente quando scrive, anche là dove il tema è aspro, drammatico: senza mai stemperarsi, però, in levigata compostezza,ma conservando al contrario elevata la tensione, la potenza della narrazione. Poetessa, giornalista, traduttrice tra le più note (Donne che ballano coi lupi e Il giardiniere dell’anima di C. Pinkola Estés, L’età da inventare, di B Friedan; il celebre saggio di psicosomatica di Alexander Loewen Il linguaggio del corpo col Di Sarcina, e molto, molto altro) Maura Pizzorno è soprattutto scrittrice di teatro: Angelica, Le cornucopie degli angeli...
La sua fatica più recente si condensa in Trittico, una singolare edizione Lucini libri 2011, quasi-cofanetto ripiegato tre volte, dove ciascuna parte è un testo teatrale:Una Medea, quante Medee?; Fedra, perché non piangi?; Canto per Ifigenia in esilio. Maura, come una speleologa, un’archeologa dell’anima, esplora nelle profondità di quella dei tre personaggi di Euripide delle cui tragedie, attraverso la rivisitazione in chiave, invenzione e scrittura moderne, è quasi continuazione, completamento, chiosa.
Ho visto la Medea, già rappresentata a Siracusa e, più recentemente, a Milano - Fedra e Ifigenia le ho solamente lette - la prima opera del trittico e la mia preferita. Come suggerisce il titolo stesso questa Medea multiforme non è una sola ma molte donne (sarei quasi tentato di dire tutte). Una Medea dove la materia composita dell’anima che è fatta di amore, dolore, sogno, audacia, tenerezza, desiderio, sgomento, non è mai magma indistinto ma anzi corpo solido e visibile, scolpito con vigore da un pensiero lucido e dolente.
La Medea di Maura Pizzorno, profonda e problematica ma al tempo stesso appassionata, sensuale, è la donna - chissà? - che ogni uomo nell’intimo dei suoi sogni vorrebbe forse incontrare.
Se non ne avesse paura.