Anno 11 - N. 32/ 2012


STRAHOV

La costruzione, maestoso documento storico, sovrasta accanto al Castello di Praga la città da più di 850 anni.

Fusione culturale e spiritualità religiosa

di Rosanna Veronesi - Fotografie di Giovanna Dal Magro





“Se guardi di lassù Praga, che accende ad una ad una le sue luci, ti senti come uno che volentieri si getterebbe a capofitto in un lago chimerico, nel quale gli sia apparso un castello incantato con cento torri. Questa sensazione, che in me si ripete quasi sempre ogni volta che su quel nero lago di tetti stellati mi sorprende lo scampanio vespertino, un tempo nella mia mente si univa l’immagine di una defenestrazione assoluta. Lampeggianti parole che colgono il nesso tra la mestizia di un paesaggio intriso di lutto cosmico, un lutto ingrandito dai rispecchiamenti fluviali, e la sostanza franosa, la trama di crolli, le inibizioni, i precipizi della storia praghese”…
(tratto da “Praga Magica” di Angelo Maria Repellino).
La costruzione, maestoso documento storico, sovrasta accanto al Castello di Praga la città da più di 850 anni, quando nel 1138 il vescovo di Olomouc Enrico Zdik dopo un pellegrinaggio in Terra Santa, decise di far costruire un monastero (1140) con la variante ceca dell’ordine canonico, nel luogo chiamato Strahov
Nel 1258 la struttura romanica venne distrutta dal fuoco e immediatamente rinnovata con voluta prosperità materiale e spirituale. Nel 1420 fu nuovamente assalita, saccheggiata e ancora una volta bruciata.
Anche se architettonicamente l’edificio non subì gravi danneggiamenti, il convento per un lungo periodo non riprese a propria attività, fino a quando il nuovo abate Giovanni Lohelius alla fine del XVI sec. fece ampliare la costruzione, con la chiesa, rinnovando la struttura abaziale, fondando nuove officine, i giardini ed i dormitori.
Nel 1612 Giovanni Lohelius diventa arcivescovo di Praga e la sua opera prosegue sotto la guida del successore, l’abate Kaspar von Questenberg, che porta a termine i chiostri inferiori, la prelatura, il nuovo ospizio di S. Elisabetta, gli edifici rurali, una fabbrica di birra nella Città Nuova (Nové Mésto)ed infine, fonda il collegio Norbertinum per gli studi teologici dei membri dell’ordine.
I lavori proseguono per un lungo periodo; in pratica fino alla guerra dei trent’anni, quando egli stesso è costretto ad abbandonare la città.
Durante questo intenso periodo, si svolge anche uno dei più grandi eventi nella storia del monastero, nel 1627 le spoglie di S. Norberto, il fondatore dell’ordine, vengono spostate da Magdeburgo a Strahov.

Nel 1640 è la volta di Kryšpin Fuk, celebre per aver dato l’avvio ad importanti lavori e soprattutto per aver reso navigabile il fiume Moldava.

Alla fine della guerra dei trent’anni, il monastero viene ancora violato; questa volta saranno gli eserciti svedesi a dar atto ad un grande saccheggiamento, distruggendo selvaggiamente parte dell’intero complesso.

Fulk ripara nuovamente il convento danneggiato e la sua opera proseguirà in successione sotto la guida di: Amelunxen, Sutor, Franck. Nel 1671-79, l’abate pensatore e teologo, Geronimo di Hirnheim fa costruire la grande opera che darà nuovo volto alla struttura; si tratta della nuova Sala della biblioteca, detta Teologica, a cura dell’architetto Giovanni Domenico Orsi, affrescata nel 1723-27 dal monaco S. Nosecky , e in cui sono disposti i preziosi globi terrestri e celesti, opera del cartografo olandese W. Blaeu.

In questa sala i monaci conservavano i libri teologici chiusi negli armadi e arredi sopra le porte, ” le opere proibite”.

Nel 1742 durante l’invasione degli eserciti francesi e bavaresi avvennero altre distruzioni e nel 1779 si deve all’abate Václav Mayer, ultimo e grande costruttore salito sul trono abbaziale, darà vita alla più grande e magnifica biblioteca in stile classico, denominata Sala Filosofica. Progetto di I. Pallardi con affreschi di F.A. Maulpertsc, che rappresentano “La Storia dell’Umanità”.

Finiscono in questi anni le grandi attività costruttive nel monastero di Strahov. Le successive generazioni di abati si dedicarono a modifiche edilizie più modeste e in gran parte regolate dalla moda, con ulteriori e pomposi decori in stile barocco.

Nel 1950 il monastero venne confiscato dal regime comunista con la nuova denominazione di Monumento della Letteratura Nazionale, e i religiosi inseriti nell’amministrazione ecclesiastica in veste di sacerdoti diocesani.

Dopo il cambiamento politico nel 1989 il monastero viene restituito all’ordine a cui segue la ristrutturazione generale, che si conclude nel 1994.










IMMAGINI

pag. 59
Libro di viaggi illustrato da Bedrich di Donin, inizio XVII Secolo.
pag. 61 in alto
Evangelario di Strahov, seconda metà del IX Secolo. In basso - Illustrazione dal libro di viaggi.
pag. 62
Sala Filosofica, costruita nel 1782-84 progetto di Ignàc Palliardi in stile classico, con affreschi nel soffitto che rappresentano “La Storia dell’Umanità” decorati dal monaco S. Nosecky nel 1723-27.