Anno 2 - N. 5 / 2003


L’ARTE DELLA CERAMICA

di Rosanna Veronesi



Boccetta per acqua

Maiolica italia meridionale XVIII SEC.


Si deve alle foci del Nilo, con la consistente quantità di argilla, il più antico uso della materia prima, che in qualità di fango seccato al sole diede vita a mattoni per le costruzioni, vasellame per le sepolture ed altro ancora in forma e funzione quali oggetti d’uso comune.
La composizione di questi primi oggetti consisteva in una pasta compatta bianchissima e quindi adatta a ricevere minutissimi disegni, in quanto oltre il 90% era composto da silice.
I colori ordinariamente dati da uno strato leggero di vernice, variavano leggermente nelle tonalità del verde e del blu; talvolta invece era la pasta stessa che veniva colorata, sempre con i toni attinti dalla stessa tavolozza.
Il popolo Ebreo dei primi tempi, nomade e dedito alla pastorizia, dopo essere entrato in contatto con gli Egizi, diede vita a considerevoli oggetti in cotto ma modificati concettualmente in quanto mancanti della figurazione; così come gli Arabi, che contribuirono allo svolgimento della ceramica attraverso l’ornamentazione con arabeschi e con complicate linee geometriche.
Altro importante periodo, che ben 2690 anni prima di Cristo diede vita a manufatti di pregevole natura segna il progresso avvenuto in Cina, dove il pensiero filosofico-religioso influenzò anche la scelta delle sue forme, come ad esempio l’anatra quale simbolo di felice unione e di fedeltà; il cane con la testa di leone quale guardiano del tempio o come il cervo che simboleggia la longevità.
I vasi, con le specifiche funzioni prevalentemente di carattere religioso e la loro effettiva quantità, nella vita dei cinesi occuparono un posto riguardevole. Gli svariati decori divennero conformi alla specifica qualità del proprietario, che bellamente doveva esporli in apposite vetrine all’ammirazione di amici e parenti.
Allorché un personaggio veniva onorato riceveva dal sovrano un vaso al quale era apposta un’iscrizione che ricordava il servigio reso; questo omaggio era un titolo all’immunità assoluta, quindi il personaggio diventava inviolabile da parte della giustizia, anche a seguito dei delitti più gravi e solo l’imperatore aveva il potere di revocare tale privilegio e quindi di requisire il vaso donato.
Va ricordato che la porcellana, parente stretta della ceramica ma considerata preziosa e più raffinata, venne inventata dai cinesi nel periodo di tempo che corre tra 200 anni prima di Cristo e 100 anni d.C. e, che in Europa, la sua formula fu scoperta a Meissen e dintorni solo all’inizio del sec. XVIII.
Parlare di storia della ceramica è impresa sconfinata, perché ogni popolo, che parta dall’Asia o dal Bacino del Mediterraneo, è costellato di pregevoli esempi. Anche in Italia è difficile scegliere, ogni percorso ci ripropone esempi unici, contaminazioni che attingono da storie, da dominazioni e da grandi viaggi.
La mitologia attribuisce a Dedalo, inventore del labirinto, la ruota del vasaio e a Ceramo, figlio di Bacco e di Arianna, la protezione del vasaio. Omero la immortalò con il suo canto “la Fornace o la Ceramica” (Epigramma XIII).

“Qui, buona terra, vieni e stendi la tua santa mano sulla fornace,
imbruniscano le coppe e tutti i piattelli si arrosino bellamente e se ne possa elevare a prezzo di affezione il valore. Molti se ne vendano sulla piazza del mercato e molti per le strade, molto ne sia il profitto, o Vasai, com’io vi auguro cantando” .

Roma deve il suo dominio alle vittorie o alle sue tribù aggregate alle città vinte, le corporazioni di fiorenti artieri, dalla magna Grecia all’Etruria, tra cui quelle dei vasai; quindi come riflesso di una grande luce solcata da quelle civiltà. Il percorso della storia italiana, come già detto, corre lungo tutto il territorio, da nord a sud, toccando paesi che sono diventati famosi proprio per quest’arte applicata, con forme differenti, con decori e colori che tracciano ancora una volta questo percorso.
Una strada che ricorda e si costella di una miriade di esempi.
Una tavolozza corposa e calda, in cui il nostro occhio coglie la Bassano fiorita e cesellata, il garofano di Lodi, le corti degli Estensi e degli Sforza con le terraglie da portata e il medone variegato che copre il pavimento dei grandi saloni; la delicatezza delle coperture liguri, le terraglie dell’Emilia Romagna con la maestria di Faenza; il vivace cotto fiorentino; la terra di Siena; i Della Robbia; Raffaello ad Urbino; i vasi di Pesaro; Capodimonte con le statuine rivestite di pizzi; i ciufoli, le samprogne, gli otri meridionali; le calde e vivaci ceramiche siciliane ed ancora mille e mille altri esempi. Ma la storia non si è esaurita perché la ceramica e le sue forme ora appartengono al mondo contemporaneo, entra nelle case in semplici o complicate forme; è presentata nei musei negli spazi all’aperto in corpo di scultura e vive attraverso i suoi artisti, artigiani e designers, con l’interesse che ancora è capace di suscitare.

BREVI NOTE

L’argilla è un silicato di alluminio al quale vengono aggiunte materie sgrassanti che, unendosi sotto l’influenza del calore, determinano il restringimento regolare e la giusta fusione.
Alcune sostanze che entrano nelle paste ceramiche, a secondo del luogo d’origine, quali quarzo, silice, felpato ecc., determinano la sua durezza.
La materia, ridotta in poltiglia, unita all’acqua che poi deve evaporare dovrà raggiungere la solidità sufficiente atta alla lavorazione.
La scala delle temperature che si attua per cuocere la ceramica è molto estesa e in genere supera i 1000°.



Foto 8 BN centro tavola “Nudo con uccellino” Scavini anni 40
Foto 9/10 BN vaso e ciotola - di Gio Ponti
Vaso con toro fronte e retro di Picasso