Anno 2 - N. 6 / 2003


L’ARTE DI TESSERE

di Rosanna Veronesi



Ritratto di Giovanni Arnolfini e la moglie Giovanna Cenami (Dettaglio, 1434)

Jan van Eyck

Londra, National Gallery

Il tessuto si compone attraverso l’intreccio di un filato e questo sistema ha origine primitiva; inizialmente si lavoravano semplici fibre vegetali che attorte o filate davano vita a lunghi e resistenti fili.
Con questa pratica elementare, già scoperta nel Paleolitico, si diede luogo in un primo tempo alle reti da pesca ed un prezioso frammento è tuttora conservato nel luogo d’origine: la Finlandia.
Alcuni esemplari di tessuti antichi di lino provengono dall’Egitto e risalgono a 5000 a.C, mentre i reperti di cotone, che provengono dall’India, risalgono a 3000 a.C.; infine la lana ha origini orientali e scandinave e risale a circa 1150 a.C.
Per tessere una stoffa e per ottenere il tessuto basilare, costituito dal semplice intreccio, bisogna tendere i fili dell’ordito su un telaio con quelli della trama; mescolando o moltiplicando o variando il numero dei fili si otterranno tessuti differenti con complicati disegni.
In Cina questa tecnica venne utilizzata principalmente per tessere la seta; materia nobile che come è noto si ottiene direttamente dal baco e alla quale i cinesi imposero per primi la magnificenza e la varietà dei colori.
Successivamente in Europa, la qualità della tessitura ebbe una brusca interruzione dopo la caduta dell’impero romano d’Occidente e riprese a fatica, con molta lentezza, solo a partire dal Medioevo.
Nel secolo XV, per mano di Leonardo da Vinci è l’invenzione del telaio automatico per la tessitura di tessuti piani; nel 1725 il francese Basile Bouchon progettò il meccanismo per la selezione automatica delle funicelle che fino a quel momento venivano tirate a mano e nel 1745 Jacques de Vaucanson ideò il rivoluzionario telaio jacquard con il quale la tessitura si arricchì di disegni più elaborati con l’intervento di un solo operaio.
La meccanizzazione alleggerì le varie e progressive operazioni, riuscendo a dare autonomia al telaio, con un nuovo filatoio che, oltre a dimezzare la manodopera, faceva risparmiare tempo, quindi energia. Si idearono anche numerosi marchingegni per filare i più svariati tipi di fibre.
Con l’ottocento, primato a favore dei britannici, i meccanismi si perfezionarono ulteriormente in modo tale da conformare i telai per il cotone con quelli per la lana.
Nonostante queste nuove scoperte, in Europa si utilizzava ancora il telaio a mano, perché ritenuto più idoneo alla produzione di tessuti sperimentali elaborati e costosi.
Promotori di questa teoria furono in particolare i designer tessili che mescolavano fibre e talvolta usavano il succo di certe piante per colorare e imporre unicità e valore artistico ai singoli pezzi.
Va comunque detto che in tempi più lontani, come ad esempio nel Rinascimento, i tessuti italiani ebbero una diffusione esagerata, perché furono presi a modello un po’ in tutta Europa. L’utilizzo non si limitava all’abito ma dettando lezioni di stile investiva i rivestimenti delle pareti; dei baldacchini e quantaltro facesse moda e tendenza nelle corti dell’epoca.
Se osserviamo un ritratto, scopriamo come il singolo artista italiano o straniero, riuscisse a copiare minuziosamente la trama del singolo abito e l’ambientazione scelta. Osserviamo appunto, le pareti rivestite, la sedia, il cuscino, il letto ed altro, capaci di mettere in risalto la specifica ambientazione in cui la legatura di un taffetà a effetto di trama lanciata colpisce il fruitore con il suo fondo cangiante in raso e in seta.
Abbigliamento, tendaggi, baldacchini che si avvalgono di ornati, talvolta arricchiti da perle o drappeggi rifiniti con ricami in oro e che in seguito variarono, subirono influssi stranieri, con processi e interpretazioni personali, con decori talvolta reali o talvolta stilizzati. Una successione di figure leggendarie con scene di caccia e di guerra o ancora, guizzi dettati da un gesto fiammato e colorato.

PENELOPE PER SEMPRE
In Italia, ancora qualche azienda produce tessuti a telaio, avvalendosi della notorietà acquisita nel tempo e dell’unicità del prodotto.
Sono tessuti che vengono usati particolarmente per il restauro di pezzi antichi o per l’accostamento con arredi museali preesistenti, qualche rara volta da individui che amano la specifica ricchezza del singolo tessuto e naturalmente anche il prezzo è particolare.
Sono lampassi o broccati preziosi con corpo piuttosto pesante che ben si adattano a scenari suggestivi o velature cangianti, leggere ma decisamente irripetibili; riprendono marcature e diagonali o sono impalpabili al tatto.