Anno 3 - N. 8 / 2004


ASTROLOGIA: SCIENZA O IMBROGLIO?

I fatti celesti di quotidiana esperienza acquistano un senso grazie alla lettura scientifica.

L’individuo nei momenti di incertezza, debolezza, sofferenza ha sostituito i riferimenti visibili e materiali del paganesimo con i riferimenti metafisici, spirituali, della tradizione giudaico-cristiana, consentendo la trasfigurazione della divinità

di Giorgio Benedek



Il primo motore, Dio (1509-11, affresco soffitto).

Raffaello Sanzio (Urbino, 1483 - Roma, 1520).

Vaticano, Palazzi Pontifici, stanza della Sengatura.

“Distinguere il vero dal falso è ciò che fa la scienza”. Così diceva Max Planck, fondatore della fisica dei quanti. La fisica dei quanti ha letteralmente rivoluzionato il nostro modo di vivere negli ultimi settant’anni. L’elettronica, la televisione, la moderna telefonia, internet, i calcolatori, il laser, le moderne terapie, i nuovi materiali, i superconduttori, le celle solari e le future fonti energetiche e tante altre meraviglie del nostro tempo nascono dalla fisica dei quanti. Donne e uomini di ogni ceto sociale e cultura usano quotidianamente i risultati della scienza e non riuscirebbero neppure a immaginare un mondo dal quale fosse tolto tutto quanto prodotto dalla fisica nell’ultimo secolo. Ancora peggio se eliminassimo quanto è venuto dalla medicina e dalla chimica. Addirittura invivibile sembrerebbe il mondo se togliessimo tutto quanto inventato dal tempo di Galilei in poi. Eppure una larga parte della società non è affatto consapevole degli incalcolabili benefici della scienza. Anzi, teme la scienza e pensa di trovarsi meglio con quel bagaglio di superstizioni e false credenze che alimentano gli oroscopi e i conti milionari di maghi, veggenti, astrologi e chiromanti. Distinguere il vero dal falso è ciò che troppo spesso l’uomo della strada non sa fare.
Nessuno meglio di Antonino Zichichi, il celebre fisico che ogni domenica mattina intrattiene il vasto pubblico, in una popolare trasmissione televisiva, instillando fiducia nella scienza, ha l’ascendente necessario (chiedo scusa per il termine astrologico!) per convincere l’uomo della strada ad affrontare gli incerti della vita con la razionalità anziché con gli oroscopi, a confidare nei propri mezzi anziché nei vaticini degli astrologi, ad affidarsi ai medici anziché a maghi e guaritori. E il suo ultimo libro, “Il Vero e il Falso” (Il Saggiatore, 2003), va dritto al cuore del problema affrontando la più diffusa delle superstizioni: l’astrologia con i suoi oroscopi. L’obiettivo è ben scelto perché l’astrologia, tra le varie pratiche divinatorie, è quella che più si ammanta di parvenze scientifiche per rendersi credibile anche alle persone che hanno un buon rapporto con la scienza. Così gli oroscopi compaiono anche su rotocalchi seri e persino nelle reti televisive nazionali. Sentite questa (Venerdì, 17 ottobre 2003, p. 203): “Una teoria legata al passaggio di Urano e Nettuno in Acquario – Dal 28 al 31 agosto si è tenuto l’annuale Congresso dell’Astrological Association of Great Britain, che raccoglie quasi tutti gli assi dell’astrologia di lingua inglese. Nello splendido campus dell’Università di York ... abbiamo ascoltato le opinioni di studiosi come Liz Green, Nick Campion, Roy Gillett, e molti altri. Roy Gillett... ha aperto i lavori con un’interessante relazione sul passaggio di Urano e Nettuno in Acquario (1996-2003), cui dobbiamo il recente straordinario sviluppo tecnologico, che spesso però è inutile quando non assillante, e ha distorto la nostra cultura, facendole perdere ogni contatto con lo spirito.”
Credo che ogni commento sia superfluo su questo concentrato di stupidaggini, ma è interessante il tentativo degli astrologi di passare per scienziati: si riuniscono all’università e si presentano come “studiosi”.
Perché prendersela con l’astrologia? si potrebbe obiettare. In fondo che male c’é se uno crede agli oroscopi? Zichichi avverte: “Chi è disposto a credere nell’astrologia e nelle sue previsioni non ha difese contro le mistificazioni culturali, qualunque sia la loro natura: ideologica, politica, razziale. È una persona culturalmente priva del sistema immunitario”. Nella sua cruda verità questa frase getta luce su (e si applica a) un vasto insieme di comportamenti sociali e fenomeni di massa, dato che il credere è una disposizione richiesta non solo riguardo all’astrologia. Un vaccino che garantisce questa particolare immunità è certamente la formazione scientifica o anche solo quella solida razionalità che proviene da una buona cultura generale. Quelle stesse religioni che hanno progressivamente elevato e ristretto l’esercizio del credere a determinate verità di fede inaccessibili alla scienza sperimentale dovrebbero costituire un antidoto contro quelle credenze che invece contraddicono le conoscenze scientifiche e sono quindi infondate. D’altra parte non di sola razionalità vive l’uomo. La sostituzione dei riferimenti visibili e materiali dei culti pagani con i riferimenti metafisici, spirituali, della tradizione giudaico-cristiana, ha consentito l’interiorizzazione della divinità, una sua personalizzazione e lo sviluppo di una, diciamo così, dialettica psicologica capace, in generale, di orientare, stimolare, consolare l’individuo nei momenti di incertezza, debolezza, sofferenza. In questa dialettica psicologica il credente come il non-credente si confronta con vari simulacri interiori (rispettivamente espressione o sostituzione della divinità) quali l’istintiva consapevolezza di un proprio ruolo, dell’utilità di operare per il progresso proprio e della società, eccetera. E vi sono implicati il libero arbitrio e il rifiuto della predestinazione. I lettori di oroscopi credono invece alla predestinazione (“sono nato sotto una buona o una cattiva stella”), qualche volta vi trovano una ragione esterna, oggettiva per un insuccesso (“era scritto che le cose andassero così”).
L’astrologia e gli oroscopi sono un residuo del paganesimo. I pianeti e molte stelle hanno nomi di antiche divinità, delle quali sono puri simboli e temo importi poco o nulla ai lettori di oroscopi se la moderna astronomia ha privato le costellazioni di qualsiasi significato. D’altra parte il paganesimo è sopravissuto anche nella pratica cristiana, nonostante le prese di posizione ufficiali. Sant’Agostino condannava il traffico di reliquie e i monaci mendicanti che “membra martyrum, si tamen martyrum, vendunt”. Il bisogno pagano di riferimenti materiali non risparmia i credenti.
La Sindone di Torino, che avrebbe secondo la credenza popolare (e non solo) avvolto il corpo di Gesù, è stata datata col carbonio 14 alla prima metà del 14^ secolo, e coerentemente il Papa, che aveva voluto la datazione, l’ha declassata da reliquia a icona. Ma non è così per la maggior parte dei fedeli che ogni giorno visitano il sacro lenzuolo.
Qui vale la pena di ricordare che Harry Gove, inventore del metodo di datazione al carbonio 14 con l’acceleratore, provò indulgenza e persino commozione all’ostensione della Sindone del 1978, e avrebbe lasciato perdere la datazione se non vi fosse stato un comitato di studiosi che con bizzarre teorie “scientifiche” provavano l’autenticità della reliquia. L’onestà intellettuale di Gove prevalse sull’indulgenza.
Vi sono ben altre credenze, verso le quali ogni indulgenza sarebbe nefasta, siano esse di natura ideologica, politica o razziale, che vengono inculcate a fini di potere attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Le grandi dittature del secolo appena trascorso debbono certamente molto allo sviluppo della radio e alle moderne tecniche di produzione e distribuzione della carta stampata, e oggi ci interroghiamo sull’inarrestabile invasività di televisione e internet, e sui possibili rischi di manipolazione culturale delle coscienze che possono derivare dal loro uso spregiudicato e dalla concentrazione in poche mani.
Di fronte a questi nuovi media larghe fette della società sono effettivamente disarmate ed è quindi necessario intraprendere con urgenza, e con le dovute maniere, un’opera di “vaccinazione di massa” culturale basata su una migliore educazione scientifica, che metta in grado ogni persona di distinguere il vero dal falso.
E chi conduce l’assalto all’astrologia punta alla demolizione del paravento scientifico, dimostrando che i tradizionali riferimenti a costellazioni, segni zodiacali e pianeti non hanno alcun significato alla luce delle moderne conoscenze astronomiche. Tanto più che le costellazioni dello zodiaco non sono più dove si trovavano duemila anni fa quando furono associate a determinati mesi dell’anno.
È la lenta precessione degli equinozi che gioca brutti scherzi agli astrologi. I pianeti, poi, sono aumentati di numero, e potrebbe non essere finita. Non manca la materia per molta divertente ironia. Ma, ancora, Zichichi ne approfitta, come dice il sottotitolo del libro citato, per una “passeggiata tra le stelle e a casa nostra”: la pars construens. La passeggiata tra le stelle conduce amabilmente il lettore profano attraverso le conoscenze astronomiche acquisite nei secoli, dai greci a Copernico, e a Keplero, da Galilei a Newton e Einstein, fino all’astrofisica dei giorni nostri.
Quanti fatti celesti di quotidiana esperienza acquistano un senso grazie alla lettura scientifica, e come è infinitamente più interessante e affascinante l’universo descritto dalla scienza rispetto al ridicolo e futile mondo degli astrologi! Per la passeggiata a casa nostra viene proposta una nuova forma di astrologia, dove le stelle a cui gli uomini dovrebbero affidarsi sono “stelle di verità”. Esse sono le conoscenze scientifiche acquisite in tutti i campi con metodo galileiano. Esse ci hanno consegnato non solo una nuova visione del mondo in cui viviamo, ma hanno enormemente innalzato la qualità della vita degl’individui e delle società che ne possono usufruire, e ci danno fiducia che solo queste conoscenze potranno aiutare gli uomini a risolvere i formidabili problemi ambientali e del sottosviluppo che affliggono il pianeta.