L’Arte Equestre torna a Roma con il Lipizzano?

Il Ministro Luca Zaia lancia il progetto alla conferenza di presentazione di Fieracavalli 111





  Le origini risalgono alla metà del XVI secolo per iniziativa dell'Arciduca Carlo di Stiria, terzogenito dell’Imperatore Ferdinando I° d’Austria, desideroso di ottenere un cavallo particolare da esibire nel periodo di maggior diffusione dell’alta scuola, dove i nobili sfoggiavano la loro abilità di cavallerizzi

Immagine a lato:

Lipizzano






di  Rodolfo Lorenzini


Nella conferenza stampa di presentazione della prossima Fieracavalli, numero 111, Il Ministro alle Politiche Agricole Luca Zaia, oltre ad aver sottolineato l’importanza di una visione generale sul mondo del cavallo, ha illustrato in particolare alcuni progetti legati alla sua attività istituzionale.
Tra questi, creare un Centro di Alta Scuola di Equitazione a Roma, forse a Villa Borghese, in collaborazione con il Sindaco Alemanno per valorizzare il Cavallo Lipizzano, razza allevata e gestita direttamente proprio dallo specifico Centro di Allevamento di Monterotondo, di pertinenza del Ministero. Su questo argomento è poi apparsa, a stretto giro, anche una dichiarazione del Presidente della Commissione Sport e Cultura del Comune di Roma Federico Mollicone; che dichiara di accogliere con favore la proposta del Ministro per creare un centro di eccellenza per le rappresentazioni equestri: "A questo fine convocherò a breve una riunione di commissione alla quale inviterò anche il delegato del sindaco Alessandro Cochi, al fine di dare corso a tutte le valutazione del caso per poter realizzare un importante progetto per la nostra città”.
Quindi grande fermento, attorno al cavallo, nella Capitale che ha già avviato le attività organizzative per il prossimo carnevale 2010 che ha il suo fulcro proprio nelle attività equestri che sono in programma a Piazza del Popolo.
In termini di arte equestre purtroppo c’è molta strada da recuperare in considerazione del fatto che la razza del Lipizzano in Italia è pressoché al solo stato di allevamento e che l’arte equestre, dopo essere nata il Italia nel 1500, da tante parti è andata e si è sviluppata; ma nel nostro paese è stata pressoché dimenticata.
Questo connubio Lipizzano/Arte Equestre in Italia è quanto mai singolare. Per due motivi. Sia perché il Lipizzano non ha fatto parte in modo concreto della nostra cultura dell’arte e della tradizione equestre, essendo stato sviluppato dagli austriaci. Sia perché, con il Lipizzano, è tornato in Italia materiale genetico che ha nelle proprie radici molto della cultura allevatoriale italiana del 1500; anche se nel ‘500 l’Italia non esisteva come territorio politicamente unitario.
Si potrebbe quindi dire un paradosso. L’arte equestre torna in Italia grazie ad un cavallo “storico” selezionato dagli austro-ungarici. Sta di fatto che il Lipizzano è comunque una realtà odierna ed un patrimonio genetico e zootecnico del nostro Paese.
Origini e attitudini
Le origini risalgono alla metà del XVI secolo per iniziativa dell'Arciduca Carlo di Stiria, terzogenito dell’Imperatore Ferdinando I° d’Austria, desideroso di ottenere un cavallo particolare da esibire nel periodo di maggior diffusione dell’alta scuola, dove i nobili sfoggiavano la loro abilità di cavallerizzi. Nel 1580 fa dunque importare a Lipizza, che al tempo faceva parte dell’Austria, alcuni stalloni da incrociare con cavalli andalusi, ritenuti in quel periodo i soggetti migliori da impiegare nell’alta scuola. Giunsero quindi all’allevamento due Napoletani, due Frederiksborg, due Kladruber, anch’esse razze derivate dagli andalusi, ed un cavallo arabo. Dopo vari incroci e selezioni è solo dal 1735 che si hanno notizie sicure sulla nascita della razza Lipizzana.

Kladruber




Ad influenzare la scelta della zona di Lipizza contribuì la buona qualità dei cavalli che popolavano il Carso e l’Aquileiese ed il suo clima favorevole, oltre alla vicinanza a zone di grande tradizione allevatoriale per la produzione di ottimi cavalli.
Il Lipizzano, che viene considerato cavallo da sella e da carrozza è una razza di cavalli dal caratteristico mantello grigio chiaro, di frequente impiego negli esercizi di alta scuola. E' il cavallo della celebre Alta Scuola di Equitazione Spagnola di Vienna (fondata nel 1729 da Carlo d'Austria), che nelle sue esibizioni con questi cavalli offre uno spettacolo unico di bellezza e abilità.
Il suo nome deriva dal luogo in cui ne fu iniziato l'allevamento, situato presso Lipizza, località del Carso triestino nell'attuale Slovenia, italiana fino alla seconda guerra mondiale e prima ancora austriaca. L'allevamento, risalente al periodo asburgico, è attivo ancor'oggi. Oggi viene allevato, oltre che a Lipizza, in Austria (Piber), in Italia (Monterotondo, Azienda di stato di Tormancina - Roma) e in Ungheria.
I caratteri morfologici di razza ci indicano un tipo meso-dolicomorfo, con mantello specialmente grigio, ma anche bianco, baio, morello e roano. L’altezza al garrese è di 150 - 160 cm., ed il peso varia dai 480 ai 550 kg. Il carattere è docile, paziente, volenteroso, forte e socievole. I puledri nascono scuri, ma schiariscono crescendo; raramente sono di colore baio. Animale particolarmente intelligente, è energico e robusto.
Il Lipizzano in Italia
Quando l’Impero austroungarico, alla fine della prima guerra mondiale, nel 1918, fu smembrato, gli Italiani presero possesso dei territori che comprendevano Lipizza e quindi anche degli allevamenti dei cavalli di questa città. Purtroppo non furono buoni selettori di questi animali tanto che, arrivarono quasi al punto di far scomparire la razza. Dopo la seconda guerra mondiale, Lipizza fu assegnata alla Jugoslavia, che invece s’interessò moltissimo ai cavalli allevati in quel luogo, ricercando ovunque i riproduttori puri per incrementare la razza. Anche l’Ungheria ha apprezzato questa razza sviluppando nel suo territorio un allevamento, e scoprendo che, se s’incrociano un Lipizzano puro e un trottatore, nascono soggetti d’ottima qualità e perfetti per le competizioni d’attacco, (vale a dire tiro di carrozze).
Con lo smembramento della Jugoslavia ora il territorio che comprende Lipizza, è della Slovenia.

Frederiksborg




Sul finire delle Seconda Guerra Mondiale l’Italia è riuscita a conservare (al pari di Austria e Jugoslavia) un nucleo molto numeroso e completo delle "famiglie" che compongono la Razza Lipizzana.
Gli Italiani inizialmente portarono i cavalli a Pinerolo in Piemonte, per trasferirli più tardi, precisamente agli inizi del 1948, nella scuderia militare Montelibretti nei pressi di Roma. Qui libri genealogici e cavalli resteranno fino al 1952; poi il tutto viene trasferito al Ministero dell’Agricoltura che ne affidò la gestione all’Istituto Sperimentale per la Zootecnia, ubicato a poca distanza nell’Azienda Sperimentale Statale di “Tor Mancina” a Monterotondo. Nell’Azienda Sperimentale dello Stato Italiano, da 50 anni i Lipizzani sono allevati in purezza con grande serietà e competenza.
L'allevamento "nucleo" del cavallo Lipizzano è situato nel Centro Sperimentale di "Tor Mancina" ed è gestito dall'Istituto Sperimentale per la Zootecnia di Roma. Finalità dell'allevamento, unico in Italia, sono:
- la conservazione del patrimonio genetico del cavallo Lipizzano;
- la valorizzazione della produzione. Esso è costituito da circa 200 cavalli di cui 9 stalloni e 50 fattrici. E' suddiviso nelle 6 linee maschili classiche (Conversano, Favory, Maestoso, Neapolitano, Pluto, Siglavy) ed in 15 famiglie femminili (Africa, Almerian, Bradamanta, Deflorata, Djebrin, Englanderia, Famosa, Flora, Nanczi, Sardinia, Spadiglia, Stornella, Teodorosta). Tutti i cavalli sono allevati allo stato brado ad esclusione dei cavalli in lavoro.
La monta è brada e viene eseguita da marzo a giugno distribuendo le fattrici in 6 differenti gruppi tanti quanti sono gli stalloni appartenenti alle diverse linee maschili. Le nascite dei puledri (circa 40 per ogni anno) avvengono da febbraio a maggio. Entro la prima settimana di vita a ciascun puledro viene applicato un microchip per l'identificazione. Alla fine della stagione di monta gli stalloni vengono ritirati dai pascoli mentre le fattrici ed i puledri vengono riuniti in un unico grande gruppo cui sono riservati ampi spazi dotati di mangiatoie per la somministrazione delle opportune integrazioni alimentari. In autunno si esegue lo svezzamento dei puledri ed il loro incapezzamento. Durante tali operazioni i giovani puledri vengono ospitati in stalle munite di grandi paddock esterni. Terminato l'ammansimento i maschi vengono separati dalle femmine ed introdotti nel gruppo dello stesso sesso dei nati nell'anno precedente. La scelta della rimonta viene eseguita a 3 anni, età alla quale ciascun soggetto, sia maschio che femmina, è sottoposto ad una valutazione morfologica. Tra gli appartenenti a questa categoria di animali vengono destinati alla vendita circa 30 soggetti all'anno. Nel corso dell'anno, secondo le esigenze della stagione agonistica, possono rendersi disponibili per la vendita anche cavalli già preparati al dressage o agli attacchi, discipline nelle quali questa razza ha particolari predisposizioni. Attualmente nelle due specialità sono impegnati oltre 15 cavalli preparati e montati in gara da appartenenti del Reparto a cavallo della Polizia di Stato. In futuro si spera di poter ampliare quest'attività e di poter diffondere questa razza che in Italia merita sicuramente più considerazione. Di tutti i cavalli del nucleo di selezione è nota tutta l'ascendenza almeno fino alla fine del secolo scorso. Per alcuni soggetti si risale per 19 generazioni fino alla cavalla Golomba nata nel 1738.
L’Italia, in virtù del proprio allevamento Statale di Cavalli Lipizzani, ha potuto aderire alla Lipizzan International Federation. Il Libro Genealogico della razza è stato istituito con D.M. del 31/01/84 presso l’Associazione Italiana Allevatori.